Tra siccità e fenomeni violenti quanto è (già) cambiato il clima?
Certamente di notizie che cavalcano l’onda delle calamità oramai non più naturali, sui mass media ogni giorno ce n’è il pieno. Ma se da una parte la siccità incombe come una tagliola dividendo il Paese tra i convinti che possa bastare un decreto del PNRR per ridurre le perdite degi acquedotti a catastrofisti che predicano estinzioni di massa del genere umano, dall’altra è pur vero che le perturbazioni non sono più quelle di una volta. L’estremizzazione degli eventi climatici spinge folte schiere a celarsi dietro a ideologie il più delle volte infondate, rafforzate dalla disinformazione, che dilaga come una piaga incurabile. Di una cosa la comunità scientifica è unanime: il clima è già cambiato e con esso anche la fisionomia del nostro Pianeta, dei suoi ecosistemi così come le nostre abitudini.
Fenomeni atmosferici molto violenti si alternano a lunghi periodi di siccità, che assumono sempre più caratteristiche di eccezionalità. Non ultimo l’intensa perturbazione ciclonica che, prima di diventare tale, investendo in maniera seria anche l’Italia, è sprofondata dall’Europa del nord sviluppandosi sul Mediterraneo occidentale. Originatasi vicino a Barcellona tra la notte del 17 e il 18 agosto, questa perturbazione ha investito un totale di 6 paesi europei con modalità diverse, percorrendo 1500 km: dalle Baleari alla Repubblica Ceca. Da un bilancio ancora provvisorio, 12 persone hanno perso la vita (2 in Toscana), almeno 70 sono rimaste ferite (una ventina solo in Italia), provocando una miriade di danni. La principale causa delle vttime è stata la caduta di alberi abbattuti dalle impetuose raffiche di vento.
A distanza di pochi giorni dal catastrofico evento, cerchiamo di ripercorrere gli avvenimenti procedendo per ordine. Probabilmente lo scontro tra masse d’aria differenti fronteggiatesi in uno hot spot come il Mediterraneo, dove le temperature del mare di ben 5-6 gradi in più rispetto alla media hanno fatto da cornice alle prolungate ondate di caldo di questa estate, sono state una delle maggiori cause dell’amplificarsi del vasto sistema temporalesco. Gli estremi valori di energia convettiva disponibile hanno generato un autentico “mostro” in termini di fenomenologia atmosferica, formando una tempesta di fulmini piuttosto considerevole e rara come densità (160.000 lampi).
Dall’analisi radar e satellitare si distinguono tre fasi, la più critica delle quali ha causato un “Derecho”. Il derecho è un sistema temporalesco distribuito alla mesoscala piuttosto singolare da riscontrare in Europa. Termine coniato in America, ma con il significato tradotto dallo spagnolo “diritto”: ad intendere (secondo il National Weather Service) un ammaso di temporali che producono danni da vento estesi in linea retta per almeno 400 km e mantenendo valori di raffica uguali o superiori a 90 km/h. Di fatto, la profonda depressione nasce al largo di Maiorca, sviluppandosi sulla Corsica con venti fino a 224 km/h ed investendo consecutivamente lo spezzino e il livornese (qui con raffiche oltre i 140 km/h) per poi proseguire il suo percorso verso il veneziano, mantenendo venti sostenuti ad oltre 100 km/h. Inoltre il recupero di parte di quell’energia convettiva ha favorito lo sviluppo di una serie di temporali intensi che, nel nel corso della serata di giovedì 18 agosto, hanno marciato dalla Toscana verso il confine tra bassa Romagna e Marche, qui producendo grandine di grosse dimensioni, anche oltre i 10 cm.
Di certo si è trattato di un evento meteorologico che si può classificare come tra i più significativi della storia contemporanea, ma nondimeno di quanto sia potuto diventare l’aumento di frequenza con cui si formano i cicloni simil tropicali nel Mediterraneo (Medicane), giudicati solo qualche anno fa dei fenomeni impensabili.
Roberto Nanni Tecnico Meteorologo Certificato e divulgatore scientifico AMPRO Meteo Professionisti